Prostatite

 

Prostatite

Con il termine di Prostatite si fa riferimento all’infiammazione, in più delle volte di origine batterica, della ghiandola prostatica. Nella maggior parte dei casi si tratta di un’infezione acuta (nel 5% dei casi tende però a cronicizzare). Denominata anche Sindrome dolorosa pelvica, è caratterizzata da disturbi minzionali di tipo irritativo-ostruttivi, fastidio sovrapubico e perineale, eiaculazione precoce e fastidiosa, se non dolorosa, e calo del desiderio sessuale, associato, il più delle volte, anche a calo dell’erezione. Possono esservi anche brividi, febbre e dolore alla schiena. Uno stato flogistico importante e protratto nel tempo può comportare anche un problema di fertilità (infatti circa il 18 – 20% delle varie infertilità maschili sono da attribuire a stati infiammatori cronici della ghiandola prostatica e delle vescicole seminali). La ritenzione acuta d’urina è dovuta al fatto che l’infezione e la conseguente infiammazione determinano un restringimento del primo tratto dell’uretra: il soggetto cerca di urinare, non riuscendovi, e ha forti dolori alla parte bassa dell’addome. La prostatite viene confermata, a seguito di analisi di laboratorio, con la presenza di leucociti e batteri nelle urine. I batteri più comunemente riscontrabili sono Escherichia Coli, Klebsiella, Proteus, Pseudomonas, Enterobatteri, Enterococco, Serratia e Stafilococco aureo. La via più frequente attraverso la quale i batteri possono raggiungere la ghiandola prostatica è senz’altro la migrazione trans-parietale; infatti, poiché la prostata è anatomicamente molto vicina all’intestino retto, i batteri di provenienza intestinale possono migrare dall’intestino alla prostata (ciò è comunque la conseguenza di un forte stato di disbiosi intestinale, in cui la presenza di batteri opportunistici e patogeni è molto elevata. Tale situazione innesca un peggioramento delle permeabilità intestinale, denominata “sindrome dell’intestino gocciolante”, rendendo più facile il passaggio di batteri dal retto alla prostata). La contaminazione della ghiandola prostatica può avvenire anche per via ascendente attraverso il canale uretrale (il che avviene la maggior parte delle volte dopo un rapporto sessuale), oppure per via ematogena (condizione comunque rara).

CAUSE E FATTORI PREDISPONENTI
Come già evidenziato (analogamente a quanto avviene per l’Ipertrofia Prostatica Benigna), la disbiosi intestinale è una delle cause principali dell’insorgere di prostatite. Come è noto, il dismicrobismo intestinale è favorito da un’alimentazione ricca di zuccheri e di carboidrati (disbiosi fermentativa, il che predispone anche alla crescita patogena della candida, lesiva per la mucosa intestinale), dall’eccesso di carne, sia rossa sia bianca (disbiosi putrefattiva) e dall’abuso di farmaci (soprattutto antibiotici che, tra l’altro, vengono comunemente prescritti dalla medicina ufficiale in caso di prostatite, peggiorando la disbiosi che è all’origine del disturbo e predisponendo con ciò a frequenti recidive). L’assunzione di latte e latticini costituisce un altro fattore alimentare coinvolto nell’insorgere di prostatite. La caseina contenuta nei latticini è infatti, come noto, una proteina di difficile digestione che tende ad aderire alla mucosa intestinale formando una massa collosa che infiamma le pareti favorendo il peggioramento della permeabilità intestinale e, con ciò, aumentando il rischio di migrazione trans-parietale batterica. A conferma del ruolo intestinale nella genesi di prostatite sta il fatto che tale problematica è più frequente nei soggetti che manifestano altri sintomi a carattere intestinale (stipsi, alvo irregolare, colite, sindrome emorroidale, etc.). Da ciò risulta che l’igiene intestinale, perseguibile innanzitutto grazie ad una corretta alimentazione, è uno degli aspetti fondamentali da tenere in considerazione sia nel trattamento sia nella prevenzione della problematica di prostatite.


L’APPROCCIO PER LA PROSTATITE NEI CASI SEGUENTI SINGOLO EPISODIO ACUTO e PROSTATITE CRONICA

si basa su 6 aspetti fondamentali:

  1. Agire per via sistemica con un prodotto in grado di contrastare i batteri responsabili di infezione e contemporaneamente di agire da “pulitore selettivo” intestinale

2.Agire per via sistemicacon un prodotto in grado contemporaneamente difavorire la minzione e attenuare l’infiammazione

  1. Correggere la disbiosi intestinale attraverso integrazioni adeguate e dieta corretta 4.Apportare fitosteroli e zincocon la dietaper favorire la funzionalità della ghiandola prostatica
  2. Bere molto per diluire l’urina e assicurare una continua eliminazione di batteri dalle vie escretrici
  3. Consentire al corpo di autorafforzarsi modificando abitudini di stile di vita errato.
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